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JStadium, un'isola british nel calcio italiano. Il prossimo passo sarà il digitale?

Lo stadio dei Campioni d'Italia è un esempio da seguire per il calcio italiano che ad oggi vede solo tre stadi di proprietà  in Serie A. Il pubblico civile e la struttura all'avanguardia lo rendono molto più simile agli impianti inglesi dove oggi si inizia già ad investire nel digitale. Sarà questa la nuova via dello Juventus Stadium?


















Ieri sera, mentre i miei colleghi inglesi sgranavano gli occhi di fronte all'incredibile pareggio del Liverpool al Seldurst Park, io ero sintonizzato sul Monday Night di Serie A tra Juventus e Atalanta, curioso di vedere l'atteggiamento dei bianconeri, laureatisi poche ore prima Campioni d'Italia senza nemmeno scendere in campo grazie alla sconfitta della Roma a Catania.

Verso la fine del match, con il risultato di 1-0 in favore della Signora, i telecronisti riportavano i rumors di possibili invasioni di campo da parte dei tifosi subito dopo il triplice fischio dell'arbitro De Marco. 
Probabilmente memori di quanto accaduto sabato in occasione della Finale di Coppa Italia gli inviati a bordo campo stavano già vagliando le possibili vie di fuga, ma tanta apprensione si è rivelata inutile. Nessuna invasione e un'organizzazione della sicurezza impeccabile unite all'educazione molto british del pubblico hanno reso i minuti dopo il fischio finale un esaltante momento di festa. I tifosi sono stati premiati con il giro d'onore della squadra e diverse corse sotto la curva sulle note di Thunders Track degli AC/DC, colonna sonora dell'ingresso in campo dei bianconeri.

Sugli spalti non solo la parte calda della tifoseria, ma anche famiglie intere con bambini e anziani che si sono recati allo stadio per assitere ad uno spettacolo, come dovrebbe sempre essere. In realtà questo accade raramente in Italia dove il clima di odio tra tifoserie viene fomentato dalle società e soprattutto dai mezzi d'informazione che poi si fingono stupiti di fronte a fatti come quelli di Roma.

Lo Juventus Stadium mi ha quindi dato una parvenza di impianto inglese: guardando la partita da casa pareva di respirare l'aria di Anfield, dell'Etihad o del St. James' Park, case del calcio e non della violenza.
E proprio per la somiglianza con gli stadi inglesi, lo Juventus Stadium pare essere l'impianto italiano più adatto all'adozione del digitale. Badate bene, questa non è una notizia ma, solo una possibilità futura. Ma a sostegno di questa tesi c'è il gran lavoro svolto dal digital team della Juventus che, guidato dall'abile Head of Media Federico Palomba, sta replicando in ambito digitale i risultati eccezionali raggiunti sul campo. Infatti, nonostante una partenza ritardata dal riassetto societario nel 2010, la Juventus ha saputo costruire una strategia digitale vincente che l'hanno portata in breve tempo a raggiungere eccezionali risultati in termini di fanbase sui social. Ma la qualità non si può misurare dal numero di social fan ma dal loro tasso di partecipazione: grazie alle iniziative curiose e innovative Juventus Football Club ha potuto ampliare e coinvolgere la propria fanbase raggiungendo una rilevanza internazionale grazie a idee come #LoveJu, la prima coreografia social mai organizzata o gli Hangout divertenti e attenti al valore dei propri sponsor come la 'Colazione Col Campione' per non parlare del lancio di app Second Screen come Juventus Live, realizzata in collaborazione con Tok.tv.

Ora chissà che possa portare ad un nuovo traguardo: lo Juventus Stadiun come primo Connected Stadium in Italia, dotato di connessione WiFi per coinvolgere i propri fan all'interno della Casa della Juventus e sviluppare strategie di Social CRM per soddisfare le esigenze del pubblico.

Il mio augurio è che lo Juventus Stadium possa diventare ancora più british seguendo i modelli vincenti di Anfield e dell'Etihad. Per ora mi limito a congratularmi con i bianconeri, Campioni d'Italia sul campo e nel digitale.

Francesco Bossoni

Francesco Bossoni è uno studente di Marketing e Comunicazione presso l'Università degli Studi di Bergamo (ITA), aspirante giornalista e amante del web e dello Sport. Dalle sue principale passioni -Comunicazione e Sport- egli sviluppa un grande interesse per lo sport digitale e comunicazione sportiva. Decide allora nel 2012 di lanciare sportsays.net, il primo blog italiano dedicato alla comunicazione social in ambito sportivo.

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L'autore

Francesco Bossoni è uno studente di Marketing & Comunicazione presso l'Università degli Studi di Bergamo (ITA), aspirante giornalista e amante del web e dello Sport. Dalle sue principale passioni -Comunicazione e Sport- egli sviluppa un grande interesse per lo sport digitale e comunicazione sportiva. Decide allora nel 2012 di lanciare sportsays.net, il primo blog italiano dedicato alla comunicazione social in ambito sportivo.


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