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I tifosi del PSV contro il Connected Stadium

Al Philips Stadion di Eindhoven divampa la protesta contro la proprietà e l'eccessivo uso del digitale che, secondo i tifosi, sta rovinando l'atmosfera della giornata di gara.



Il Connected Stadium sarà il prossimo step della digitalizzazione dell'esperienza sportiva. Alcune tra le squadre più all'avanguardia stanno già investendo ingenti risorse per poter dotare i propri impianti di una connessione Wi-Fi che permetterà nel prossimo futuro di migliorare l'interazione tra squadra e tifosi attraverso i social media fornendo inoltre contenuti esclusivi come replay e statistiche in tempo reale. Tutto questo per portare il meglio della home experience sulle tribune degli stadi.

Ma non tutti i pubblici sono pronti ad accettare in maniera passiva le nuove tecnologie che avranno inevitabilmente un notevole impatto sulla fruizione dello sport in futuro. 
Tra questi si annoverano i tifosi del PSV Eindhoven che hanno lanciato una protesta contro la svolta digitale intrapresa dalla propria squadra.

Durante l'ultima partita giocata in casa dalla squadra olandese, vittoria per 6-1 contro il NAC Breda in Eredivisie, la parte più calda della tifoseria che solitamente occupa i settori T e U, ha esposto uno striscione che non lascia spazio ad interpretazioni e che chiarisce la posizione dei supporter in merito all'introduzione del Wi-Fi: "F**k WiFi, support the team".
Causa scatenante delle proteste è stata l'introduzione della connessione Wi-Fi all'interno del Philipps Stadion che offre ai fan un migliore accesso alla rete con i propri smartphone. La protesta ha avuto l'obiettivo di mantenere i supporter interamente concentrati sul match poiché, a loro avviso, l'introduzione del segnate Wi-Fi sarà un fattore di disturbo e distrazione dato che i tifosi guarderanno i loro dispositivi piuttosto che il campo.

Una protesta simile ha solide basi per essere giustificata, ma bisogna tenere conto che il fattore 'distrazione' non dipende dalla connessione ma dai contenuti digitali che il club offrirà attraverso tale connessione. Un commento play-by-play della partita quando i tifosi sono allo stadio e la vedono con i propri occhi è estremamente inutile, ma la possibilità di accedere a replay istantanei dei gol e delle azioni più spettacolari, video behind-the-scenes degli spogliatoi, statistiche live e contest che premiano la fedeltà dei tifosi potrebbero essere parte di un'offerta commerciale e digitale gradita ai supporter e che potrebbe ingelosire gli sponsor, sempre alla ricerca di nuovi modi per promuovere il proprio brand.
Inoltre l'ira della tifoseria si è diretta contro la società, rea di aver dotato l'impianto di una connessione internet solo per tenere sotto controllo la folla come parte di un regolamento che tutt'ora costringe i fan a stare seduti, pena la repressione da parte degli steward. 
Ma la risposta dei tifosi è stata chiara: "Solo a casa stiamo seduti".

La protesta dei tifosi del PSV è quantomai singolare e dimostra l'erronea scelta strategica della società olandese: imbarcarsi in un progetto lungo e dispendioso come la creazione di una connessione internet all'interno dello stadio senza un'indagine tra le preferenze dei tifosi risulta essere dannosa tanto per i fan quanto per il club stesso. Il Connected Stadium dovrebbe contribuire a migliorare l'interazione tra squadra e tifosi e non essere un motivo di contrasto. Il PSV avrebbe dovuto condurre un'analisi completa del pubblico con questionari online e focus group con un campione di tifosi che presentasse all'interno tutte le tipologie di sostenitori, dai favorevoli alla rete a quelli contrari, vagliando così pro e contro di un investimento che ora risulta essere completamente inutile.

Solo pochi giorni fa il Manchester United ha comunicato il divieto di portare tablet all'Old Trafford giustificandosi con le solite 'ragioni di sicurezza'. Dall'altro lato della città della Mancunia, i Citizens stanno invece lavorando sull'Etihad Stadium per renderlo ancora più connesso.
La realizzazione dei Connected Stadium sembra quindi ancora un'idea che poche società hanno sposato, ma di queste non tutte hanno compreso pienamente il significato e gli obiettivi di questo nuovo concept applicato agli impianti sportivi.

Francesco Bossoni

Francesco Bossoni è uno studente di Marketing e Comunicazione presso l'Università degli Studi di Bergamo (ITA), aspirante giornalista e amante del web e dello Sport. Dalle sue principale passioni -Comunicazione e Sport- egli sviluppa un grande interesse per lo sport digitale e comunicazione sportiva. Decide allora nel 2012 di lanciare sportsays.net, il primo blog italiano dedicato alla comunicazione social in ambito sportivo.

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L'autore

Francesco Bossoni è uno studente di Marketing & Comunicazione presso l'Università degli Studi di Bergamo (ITA), aspirante giornalista e amante del web e dello Sport. Dalle sue principale passioni -Comunicazione e Sport- egli sviluppa un grande interesse per lo sport digitale e comunicazione sportiva. Decide allora nel 2012 di lanciare sportsays.net, il primo blog italiano dedicato alla comunicazione social in ambito sportivo.


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