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No ai Social: la Francia vieta Facebook e Twitter al Mondiale

Come Prandelli lo scorso anno, anche Deschamps ha rivelato l'intenzione di vietare ai suoi giocatori l'uso dei social media durante il Mondiale in Brasile.















Oggi sembra che gli atleti siano diventati sempre più social addicted. Non possono farne a meno. È insito nella natura umana fare tutto ciò che è in proprio potere per farsi apprezzare dagli altri e nell'epoca dei social media l'apprezzamento si traduce in Likes su Facebook e Instagram, in retweet e favourites su Twitter e +1 su Google+.
In molti casi però la passione per i social si traduce in dipendenza e gli sportivi si vedono quasi costretti ad aggiornare costantemente i propri profili. A volte gli atleti si avvalgono di agenzie di procuratori digitali che ne curano l'immagine online e li educano ad uno uso responsabile delle piattaforme di social networking, ma spesso accade che, spinti dall'impulso di voler controbattere ai detrattori (siano essi semplici tifosi, avversari o rappresenti dell'informazione), gli atleti di ogni sport rischiano di scambiare i social network per lo psicologo, sfogando le loro frustrazioni a colpi di post e tweet.


Questo è uno dei principali motivi che fanno dei social media delle armi a doppio taglio: se da un lato risultano fondamentali per la gestione online del giocatore e per il coinvolgimento della sua fanbase, dall'altro rischiano di minare l'immagine dell'atleta e della squadra in cui milita, con notevoli ripercussioni sugli sponsor.
Pertanto alcuni allenatori, perlopiù di squadre nazionali, hanno pensato di bandire i social media durante le competizioni internazionali. Nel calcio, uno dei primi casi è stato quello della Nazionale Italiana: dopo un duro scontro tra Balotelli e la stampa italiana avvenuto lo scorso autunno, il Commissario Tecnico Cesare Prandelli decise infatti di vietare l'uso dei social network ai giocatori azzurri sollevando alcune questioni di carattere etico. Vietare i social equivale infatti a negare la libertà di parola ai giocatori, una decisione drastica che però rappresenta una delle soluzioni possibili a messaggi pericolosi ma soprattutto alla distrazione.

Ultima squadra nazionale ad iscriversi nella lista delle anti-social è la Francia. Negli scorsi giorni il CT transalpino Deschamps ha rilasciato alla stampa una dichiarazione emblematica delle sue intenzioni in merito alla comunicazione social. "Ci sono aspetti positivi dell'avvento dei social network e dei nuovi modi di comunicare che hanno introdotto, ma sarò attento perché rischiano anche di essere fonti di conflitto. Vedremo cosa si potrà fare", ha ammesso l'ex allenatore di Juventus e Marsiglia. "Oggi di dibattiti ce ne sono già abbastanza e si rischiano danni collaterali dovuti ad una comunicazione continua che sempre più spesso viene interpretata male. Perciò da una piccola scintilla si può scatenare rapidamente un grande incendio". Secondo indiscrezioni, pur senza un divieto ufficiale, Deschamps e il suo staff hanno deciso di sconsigliare ai giocatori l'uso dei social durante la preparazione della prossima Coppa del Mondo così come durante la competizione stessa.

La decisione di Deschamps sembra mirata alla predisposizione di un filtro tra l'interno dello spogliatoio e l'esterno. Ma anche per garantire ai giocatori francesi un numero minimo di ore di sonno, fondamentali quando si gioca ogni tre giorni. 
Indubbiamente queste misure faranno discutere, ma non si può dar torto a Deschamps che pretende concentrazione assoluta sulla competizione senza distrazioni esterne, tra le quali si annoverano anche i social network. 
Ma il bando totale non è di certo l'unica soluzione possibile. Sarebbe invece utile affiancare alla squadra una nuova figura professionale che educhi i giocatori all'uso dei social network, un Social Media Coach che illustri vantaggi e insidie che si nascondono tra post e tweet in modo da non stravolgere le abitudini dei giocatori, ma allo stesso tempo filtrandone l'uso e le conversazioni sui social.

Francesco Bossoni

Francesco Bossoni è uno studente di Marketing e Comunicazione presso l'Università degli Studi di Bergamo (ITA), aspirante giornalista e amante del web e dello Sport. Dalle sue principale passioni -Comunicazione e Sport- egli sviluppa un grande interesse per lo sport digitale e comunicazione sportiva. Decide allora nel 2012 di lanciare sportsays.net, il primo blog italiano dedicato alla comunicazione social in ambito sportivo.

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L'autore

Francesco Bossoni è uno studente di Marketing & Comunicazione presso l'Università degli Studi di Bergamo (ITA), aspirante giornalista e amante del web e dello Sport. Dalle sue principale passioni -Comunicazione e Sport- egli sviluppa un grande interesse per lo sport digitale e comunicazione sportiva. Decide allora nel 2012 di lanciare sportsays.net, il primo blog italiano dedicato alla comunicazione social in ambito sportivo.


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