Come Prandelli lo scorso anno, anche Deschamps ha rivelato l'intenzione di vietare ai suoi giocatori l'uso dei social media durante il Mondiale in Brasile.
Oggi sembra che gli atleti siano diventati sempre più social addicted. Non possono farne a meno. È insito nella natura umana fare tutto ciò che è in proprio potere per farsi apprezzare dagli altri e nell'epoca dei social media l'apprezzamento si traduce in Likes su Facebook e Instagram, in retweet e favourites su Twitter e +1 su Google+.
In molti casi però la passione per i social si traduce in dipendenza e gli sportivi si vedono quasi costretti ad aggiornare costantemente i propri profili. A volte gli atleti si avvalgono di agenzie di procuratori digitali che ne curano l'immagine online e li educano ad uno uso responsabile delle piattaforme di social networking, ma spesso accade che, spinti dall'impulso di voler controbattere ai detrattori (siano essi semplici tifosi, avversari o rappresenti dell'informazione), gli atleti di ogni sport rischiano di scambiare i social network per lo psicologo, sfogando le loro frustrazioni a colpi di post e tweet.
Questo è uno dei principali motivi che fanno dei social media delle armi a doppio taglio: se da un lato risultano fondamentali per la gestione online del giocatore e per il coinvolgimento della sua fanbase, dall'altro rischiano di minare l'immagine dell'atleta e della squadra in cui milita, con notevoli ripercussioni sugli sponsor.
Indubbiamente queste misure faranno discutere, ma non si può dar torto a Deschamps che pretende concentrazione assoluta sulla competizione senza distrazioni esterne, tra le quali si annoverano anche i social network.
Ma il bando totale non è di certo l'unica soluzione possibile. Sarebbe invece utile affiancare alla squadra una nuova figura professionale che educhi i giocatori all'uso dei social network, un Social Media Coach che illustri vantaggi e insidie che si nascondono tra post e tweet in modo da non stravolgere le abitudini dei giocatori, ma allo stesso tempo filtrandone l'uso e le conversazioni sui social.