Il Commissario Tecnico dell'Italia Cesare Prandelli ha confermato ai microfoni di Rai Sport che durante i Mondiali del prossimo anno agli azzurri sarà vietato l'uso di qualsiasi social network. Intervistato dal giornalista Rai Bruno Gentili durante il programma Il Processo del Lunedì, Prandelli è stato chiaro:
"Stiamo studiando l'abolizione dell'uso dei social network da parte dei giocatori. Vedremo se applicarla da subito, ma di sicuro la restrizione ci sarà nel ritiro del Mondiale. Stiamo studiando un nuovo regolamento interno, con regole più ferree".
La decisione è stata presa alla luce dei problemi sorti dall'uso smodato e incontrollato di Twitter da parte di Mario Balotelli, che da quando è entrato nell'élite dei calciatori iscritti a Twitter si è contraddistinto per l'invio di tweet spesso polemici, perlopiù nei confronti della carta stampata. Ed è stato proprio ciguettio di risposta ad un giornalista che ha fatto scattare il campanello d'allarme.
Dopo che il quotidiano sportivo La Gazzetta dello Sport aveva pubblicato un articolo sull'allenamento della Nazionale Italiana a Napoli nei campi sequestrati alla camorra nel 2011, il giornalista aveva "osato" di più descrivendo Balotelli come un simbolo dell'anti-camorra.
La risposta dell'attaccante del Milan non si è fatta attendere che in un tweet ha ribadito di non voler essere considerato un simbolo dell'anti-camorra.
Questo lo dite voi! Io vengo perché il calcio e bello e tutti devono giovarlo dove vogliono e poi c'è la partita!!!! pic.twitter.com/fl4dkHlcb0— Mario Balotelli (@FinallyMario) October 13, 2013
Inevitabilmente il tweet ha scatenato la polemica che ha visto tra i partecipanti anche la senatrice PD Capacchione che ha definito Balotelli: "un imbecille" e il prete anticamorra don Aniello Manganiello che riflette sulla correttezza della convocazione in nazionale di Super Mario.
Nella polemica è intervenuto anche il presidente della Federcalcio Italiana Giancarlo Abete che ha cercato di raffreddare gli animi auspicando però una maggiore attenzione: "Nella comunicazione serve più cautela: è stato commesso un grave errore".
Se confermata, la decisione presa dal CT bresciano in collaborazione con la Federazione avrebbe del clamoroso. I social media hanno rappresentato fino ad oggi un valore aggiunto per lo sport in termini di coinvolgimento dei tifosi. Questi ultimi si sono infatti abituati ad un rapporto particolare con squadre e giocatori, dopo anni di distanza fisica ed emotiva.
Un divieto assoluto dell'uso dei social comporterebbe danni di immagine agli occhi del mondo, che riterrebbe la FIGC incapace di controllare ed educare i propri atleti.
Al contrario la soluzione risiederebbe proprio nell'educazione dei giocatori all'uso dei social media, insegnando loro cosa, come e quando scrivere, il tutto con il supporto di professionisti di digital PR e online reputation.