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Il cooling break: un'opportunità di business

Se diventasse una pratica comune,  il mini-intervallo inaugurato per la prima volta ai Mondiali potrebbe dare slancio all'advertising e alle iniziative digitali in ambito sportivo.







Nel corso della partita di ieri tra Olanda e Messico abbiamo assistito per la seconda volta nella storia della Coppa del Mondo al 'cooling break', il mini-intervallo che le panchine possono chiamare per dare modo ai giocatori di rigenerarsi in caso di caldo e umidità eccessivi, già utilizzato durante la fase a gironi di questo Mondiale nella partita tra USA e Portogallo.

Ovviamente gli inserzionisti televisivi non si sono fatti scappare l'occasione di sfruttare questo piccolo lasso di tempo per promuovere in TV i propri prodotti e servizi, con la sicurezza che la maggior parte dei telespettatori sarebbe rimasta incollata agli schermi televisivi per tutta la durata del cooling break.

Proprio per questo ho voluto riflettere sui benefici che il cooling break avrebbe dal punto di vista del marketing sportivo se potesse essere inserito in maniera definitiva in ogni match calcistico.

Oltre alla pressoché assoluta sicurezza di esporre tutti gli spettatori TV che guardano la partita alla visualizzazione della propria pubblicità, il cooling break darebbe alle società sportive e ai brand sponsorizzatori l'opportunità di frammentare la matchday experience dei tifosi offrendo a questi ultimi uno spazio, seppur ridotto, in cui interagire con la squadra attraverso i canali social. Questo permetterebbe alle società e agli sponsor di creare concorsi e iniziative che possano coinvolgere i tifosi senza distrarli dalla partita.

Infatti il calcio è uno sport veloce e continuo che, al contrario di altri come basket, football americano, golf e baseball, è privo di break che frammentano il gioco e danno il tempo ai tifosi di interagire sui social senza perdersi un'azione. 
L'intervallo tradizionale tra il primo e il secondo tempo a causa della sua lunghezza tendenzialmente allontana gli spettatori dalla TV per più di 10 minuti. Quindi l'aggiunta di una piccola pausa dal gioco di circa 180 secondi sarebbe una piacevole distrazione per i tifosi nonché uno spazio in cui i marketer sportivi possono inserirsi con iniziative e idee volte al coinvolgimento della fanbase in funzione di un maggiore ritorno sull'investimento (ROI). Il cooling break sarebbe utile anche alle testate d'informazione che lo utilizzerebbero per rivedere episodi controversi della partita come fatto ieri dal Telegraph:

Non sono una persona presuntuosa e quindi dubito seriamente che Blatter legga questo articolo.
Ma se il vostro pensiero è in sintonia con il mio vi chiedo di condivide il post e chissà che qualcuno alla FIFA possa notarlo e farci un pensierino. 

Francesco Bossoni

Francesco Bossoni è uno studente di Marketing e Comunicazione presso l'Università degli Studi di Bergamo (ITA), aspirante giornalista e amante del web e dello Sport. Dalle sue principale passioni -Comunicazione e Sport- egli sviluppa un grande interesse per lo sport digitale e comunicazione sportiva. Decide allora nel 2012 di lanciare sportsays.net, il primo blog italiano dedicato alla comunicazione social in ambito sportivo.

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L'autore

Francesco Bossoni è uno studente di Marketing & Comunicazione presso l'Università degli Studi di Bergamo (ITA), aspirante giornalista e amante del web e dello Sport. Dalle sue principale passioni -Comunicazione e Sport- egli sviluppa un grande interesse per lo sport digitale e comunicazione sportiva. Decide allora nel 2012 di lanciare sportsays.net, il primo blog italiano dedicato alla comunicazione social in ambito sportivo.


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