Tutti i grandi professionisti del business del calcio si sono riuniti ad Ammar per discutere del futuro, focalizzandosi maggiormente sul rapporto tra lo sport più amato al mondo e il continente asiatico, un territorio vasto che vanta il maggior numero di abitanti al mondo e che conta almeno cinque macroaree dalle caratteristiche completamente differenti per usi, costumi, culture e modelli politici ed economici.
Ad introdurre l'evento è stato il vicepresidente di Fifa Asia, il principe Bin Al Hussein che ha dichiarato entusiasta: "Il futuro del calcio è qui. Qui c'è fame di pallone e tutto il mondo ci guarda con interesse, visto che tra 8 anni per la seconda volta i Mondiali saranno organizzati nel nostro continente". Ma la Coppa del Mondo 2022 in Qatar non è l'unico evento internazionale in programma nel continente asiatico: nel 2017 l' l'India ospiterà per la prima volta il Mondiale Under 17 mentre tre anni dopo gli occhi del mondo intero saranno su Dubai, sede dell'Expo 2020.
Tra i club europei ospiti all'evento anche il Liverpool FC che ha illustrato il suo modello strategico di Digital Expansion. Paul Rogers, Head of International Digital Delelopment dei Reds, ha affermato: "Crediamo fortemente che il processo di internazionalizzazione possa portare vantaggi non solo economici per i club, ma soprattutto a livello culturale". Rogers ha presentato il progetto di espansione del Liverpool FC, primo club sportivo al mondo ad utilizzare i social media come veicolo culturale: obiettivo della società inglese è infatti quello di entrare in contatto con i propri fan non semplicemente attraverso account social tradotti in lingua locale, ma attraverso la produzione di contenuti coinvolgenti creati su misura per tifosi locali in modo da far fronte ai loro bisogni e alle loro esigenze seguendo una strategia che preveda la realizzazione pratica del modello 'think global, act local'.
Oltre al Liverpool, all'Asian Soccerex Forum hanno preso parte anche altre compagini europee come in rappresentanza di altrettante nazioni: il Valencia CF per la Spagna e il Galatasaray per la Turchia, quest'ultima da sempre simbolo del confine tra Europa e Asia con la capitale Istanbul divisa su due continenti.
Per l'Italia l'unico rappresentante è stata la Gea World, leader nel marketing e nelle strategie di internazionalizzazione e valorizzazione del brand, che attraverso la voce del Direttore Generale Carlo Oggero ha raccontato la propria esperienza all'interno del workshop 'L'internazionalizzazione del calcio moderno dentro e fuori dal campo'.
"Senza marketing non c’è competitività" ha detto Oggero. "I tifosi italiani si scordino che la loro squadra possa essere protagonista e vincere una coppa Europea per i prossimi dieci anni. L’Italia sarà competitiva solo se i club e la Lega si muoveranno adesso verso la direzione dell’aumento dei ricavi con investimenti nel marketing internazionale e con un presidio del territorio ed esportazione del nostro know- how come fanno la Bundesliga e le società di Premier League".
All'evento ha preso parte anche l'azionista di Gea Riccardo Calleri che ha sottolineato come il marketing a livello globale sia ormai il solo carburante capace di offrire risorse necessarie per l'acquisto di calciatori di caratura mondiale. Calleri ha anche lanciato un monito alle squadre el Bel Paese: "Fin quando non lo faranno anche le società italiane con conseguente aumento dei ricavi, sarà impossibile vedere i Cristiano Ronaldo o i Messi nel nostro campionato".