In un'epoca in cui le informazioni viaggiano alla velocità della luce in un flusso continuo e confuso sembra proprio che non tutti gli organi d'informazione si preoccupino di verificare l'autenticità delle fonti. Attirati dal sensazionalismo e dal desiderio sfrenato di arrivare per primi sulla notizia sono ormai pochi i professionisti del settore che si fermano a riflettere sulla veridicità della fonte.
E questo può portare a spiacevoli conseguenze con lanci di notizie clamorose che poi devono essere smentite, come clamorosi contropiedi.
Martedì sera, dopo la pesante sconfitta subita dai rossoneri al Vicente Calderon contro l'Atletico Madrid, sull'account Twitter -non autenticato- di Weah sono apparsi una serie di messaggi accusatori nei confronti dei giocatori rossoneri.
Queste non sono le parole di #weah che sta per rilasciare una dichiarazione ufficiale per smentire i tweet di @weah_official, fake clamoroso
— Gianluca Di Marzio (@dimarzio) 12 Marzo 2014
Di conseguenza tutti gli organi di informazione si sono precipitati a modificare la notizia o a riscriverla.
ho parlato al telefono con George è a NY in partenza x Monrovia. Conferma che @weah_official è un FAKE clamoroso.
— fabio parisi (@parisitweet) 12 Marzo 2014
welcome on twitter to the GOAT @weah_official you are my friend Big George! #ciaoatuttibelliebrutti
— fabio parisi (@parisitweet) 20 Novembre 2013
I social media non sono un gioco con cui passare il tempo libero ma sono mattoni indispensabili per la costruzione e il consolidamento dell'immagine di un professionista sportivo. Pertanto è bene che i procuratori si preoccupino di verificare gli account dei propri assistiti per evitare spiacevoli conseguenze.