L'idea di un’agenzia di scommesse di proprietà della Gazzetta dello Sport sta scuotendo uno dei più grandi gruppi editoriali italiani, propretario di una delle testate giornalistiche sportive più lette del paese.
Dopo la decisione vendere la sede storica di Corriere della Sera e Gazzetta in via Solferino a Milano e l'imminente chiusura di diverse testate minori, l'Amministratore Delegato del gruppo RCS Pietro Scott Jovane ha annunciato il lancio di GazzaBet, un'agenzia di scommesse sportive con il marchio Gazzetta dello Sport. RCS sta per concludere l'acquisizione di una concessione online e ne affiderà la gestione ad un partner specializzato individuato probabilmente nella Whg Ltd, titolare del marchio William Hill.
Ma il collettivo di giornalisti si è schierato contro questa decisione che rischia di "insinuare anche in una sola persona il dubbio che la Gazzetta possa scrivere qualcosa di diverso solo per veder salire o scendere una quota è il rischio che ci viene in mente subito".
I giornalisti si sono così coalizzati e hanno lanciato attraverso i social una nuova e spontanea social media campaign con il chiaro obiettivo di opporsi alle decisioni del CDA. Il claim è l'hashtag #nogazzabet che racchiude il sentimento condiviso e la paura di un conflitto di interesse che rischia di allontanare i lettori, in un'epoca in cui i quotidiani cartacei faticano a mantenere un elevato trend di vendite. Inascoltati dal consiglio di amministrazione, i giornalisti del Gruppo RCS hanno poi utilizzato l'hashtag #nogazzabet per lanciare una petizione online in modo da raccogliere le sottoscrizioni dei tifosi e bloccare il progetto Gazzabet.
Il giornalismo si rivolge quindi al proprio pubblico e lo fa non solo dalla carta stampata ma utilizzando gli strumenti più efficaci e rapidi per il coinvolgimento dei fan: il web e i social media. Ciò dimostra ulteriormente il rapporto di dipendenza dai social a cui l'informazione è oggi soggetta. Inoltre l'iniziativa #nogazzabet conferma la necessità di un dialogo tra l'informazione e i lettori che non dovrebbe emergere solo in casi estremi come questo ma, al contrario, mantenersi costante anche nelle situazioni ordinarie, garantendo un rapporto bidirezionale di reciproca soddisfazione.