Il goal di Kiessling ha costretto l'attaccante del Bayer Leverkusen a chiudere il proprio profilo ufficiale su Facebook a causa dei numerosi insulti ricevuti.

L'Hoffenheim ha presentato un ricorso alla Deutscher Fußball-Bund (DFB) la Federcalcio Tedesca per far ripetere la gara. Il massimo organismo calcistico tedesco ha però respinto la richiesta del club danneggiato sostenendo l'assenza di violazioni del regolamento da parte dell'arbitro Felix Brych e ha quindi negato la possibilità di far rigiocare la gara.
Dopo la decisione della DFB sui social network si è scatenata la polemica: il principale obiettivo degli infuriati tifosi dell'Hoffenheim è stato inevitabilmente Stefan Kiessling, autore del goal fantasma, il cui profilo su Facebook è stato vittima di una vera e propria ondata di insulti
Il numero e l'intensità degli insulti è stato talmente insostenibile che il giocatore si è visto costretto a chiudere la propria pagina su Facebook. E come confermato da esponenti del club tedesco hanno confermato che "alcune persone hanno inveito contro di lui su Facebook e il giocatore ha quindi deciso di cancellare la propria pagina".
Ma la furia dei tifosi non si è scatenata solo online: Kiessling ha infatti rivelato di aver ricevuto lettere di insulti e minacce recapitate a casa sua.
E' vero che i social offrono la possibilità di interazione mai sperimentate prima, con le quali si può dialogare con personaggi famosi dello sport, ma utilizzate questi mezzi come un veicolo per insulti o minacce è una negazione del principio stesso dei social, nati con lo scopo di favorire il dialogo e quindi le critiche, ma senza sfociare nell'inciviltà perché in questo caso, come ha rivelato il giocatore ormai esasperato: "si è superato il limite".