Con
l’avvento dei social media, la pratica dell’autografo è però entrata in crisi:
pur non essendo scomparsa del tutto, la ricerca della firma del proprio idolo
da parte dei tifosi è stata attenuata dalla vicinanza tra gli stessi fans e lo
sportivo di riferimento, che la rivoluzione social mediale ha comportato.
Spesso ci si accontenta di monitorare la pagina face book o il profilo Twitter
del proprio idolo, cercando di entrare nella sua vita attraverso le porte che
lui stesso ci apre (foto, video, commenti). Questo “stretto” rapporto che si
viene a creare ha però –come dicevo- messo in crisi la storica pratica della
“caccia all'autografo . Infatti in passato, la firma strappata allo sportivo su
un pezzo di carta, un tovagliolo o un fazzoletto era l’unico modo per sentirsi
vicini a lui. Oggi invece siamo talmente vicini che l’autografo sarebbe una
sorta di allontanamento, un ritorno al passato. Con i mezzi a nostra
disposizione oggi l’autografo è stato sostituito dalla fotografia: basta una
foto scattata con un semplice smartphone e diffusa nel web attraverso i social
media (Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest) per testimoniare l’incontro con
l’idolo, l’idea dell’ “io c’ero”.
Nell’epoca
della digitalizzazione, a “rispolverare” l’autografo dandogli una dimensione
2.0, ci ha pensato Egraphs, una start up americana che ha
ideato un sistema che consente ai fan di creare un “momento condiviso” con il
proprio beniamino.
Brian
Auld, ideatore di Egraphs si è reso conto che i fan avvertivano la mancanza di
un rapporto “personalizzato” con i propri idoli: sui social media infatti le
relazioni, pur essendo molto “strette”, sono comunque “di gruppo” e non
solamente tra due utenti. Sfruttando allora le conoscenze in campo tecnologico
del fratello Brian, nell’Agosto del 2011 Auld gettò le basi del
futuro Egraphs e si trasferì a Seattle per trasformare il suo progetto in
realtà.
- I giocatori lo amano. Vedo che ogni celebrità vuole interagire con i propri fan utilizzando la nostra piattaforma-, ha dichiarato Gabe Kapler, ex giocatore MLB ed attuale Development Business Director di Egraphs. - Noto che milioni di fan sono colpiti da questo particolare approccio ai propri beniamini-. -Gli sportivi apprezzano la tecnologia: avendo sempre a disposizione i loro IPad, mentre viaggiano su bus o aerei interagiscono con i fan invece di ascoltare musica-. – E’ - conclude Kapler, - un modo appropriato di utilizzare il tempo a disposizione -.
Egraphs
utilizza una tecnologia particolare per garantire l’originalità dell’autografo:
il processo di autenticazione biometrica. Come ben spiegato dal sito web della
start up, il team di Egraphs raccoglie le impronte digitali e vocali delle
celebrità trasformandole poi in rappresentazioni matematiche e modelli
statistici. Il sistema misura poi la velocità di scrittura, il ritmo,
l’accelerazione e il movimento della penna per garantire l’autenticità della
firma. Ogni volta che una celebrità crea un egraphs, questo è confrontato con i
dati in archivio e, se corrisponde, viene certificato come autentico.
Per ora
Egraphs funziona solamente con i giocatori di baseball della MLB, ma è evidente
che le possibilità di ampliare il servizio coinvolgendo anche altri sport
rappresenta uno degli obiettivi futuri della start up di Seattle. Importante è
anche l’invito di Egraphs a interagire con altri social media, soprattutto con
Twitter. Sembra infatti esserci una sorta di reciproco supporto tra la società
di Auld e il social network di Jack Dorsey. Tutto sembra essere nato dopo che
Jason Motte, lanciatore dei Cardinals inviò un egraphs a Dorsey, noto tifoso della
squadra di St. Louis, il quale ha espresso il proprio entusiasmo con un tweet.
Questo mostra come un autografo, anche se digitale, ha ancora la capacità
toccare profondamente l’animo di qualsiasi appassionato di sport.
Egraphs,
in collaborazione con Twitter, ha la possibilità di rivoluzionare il rapporto
tra celebrità dello sport e i fan: se i social network permettono agli sportivi
di aprire una finestra sulla propria vita, dalla quale i tifosi possono gettare
lo sguardo, Egraphs aggiunge la possibilità di creare una relazione più stretta
e personale, come se, firmando quell'autografo con dedica, anche se
per pochi istanti, il campione sia tutto nostro.
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