Deja vu. Questo staranno pensando i fan degli sport
americani. Sembra infatti di essere tornati ad un anno fa quando il lockout
NBA sconvolse il panorama del basket mondiale: i campioni in fuga dagli States
che trovavano accordi temporanei con franchigie europee, ma sempre con la
valigia pronta e le antenne ben drizzate, pronti a captare ogni minimo segnale di
distensione nel braccio di ferro tra
società e giocatori per il rinnovo del contratto collettivo. Allora sembrava
uno scandalo ma pare che gli americani debbano farci l’abitudine. Il caso è
scoppiato questa volata nella NHL, la National Hockey League, sempre per
problemi legati al contratto collettivo. Intanto, come i loro colleghi del
basket lo scorso anno, i giocatori hanno già trovato
sistemazioni temporanee per continuare a mandare in porta il puck, prevedendo
che il lockout duri
ancora a lungo. Anche perché è possibile che la stagione sia cancellata: come
successo nel 2004/2005 quando i giocatori si opposero all’introduzione del salary cap, che avrebbe comportato un
tetto massimo di stipendi in relazione ai ricavi effettivi.
Le proteste dei tifosi si sono
subito fatte sentire, e anche stavolta i social networks hanno avuto un ruolo
fondamentale nella diffusione delle contestazioni.
Su Facebook e Twitter sono stati aperti dei profili per
sostenere la protesta del 15 Settembre dal titolo emblematico e curioso:
#UnfollowNHL. L’obiettivo di questi fan era di sollecitare un defollow di massa
sui profili social ufficiali della NHL, una sorta di ripicca, se così vogliamo
definirla, per protestare contro il lockout.
L’iniziativa, è stata
nuovamente riproposta oggi, 11 Ottobre, giorno in cui avrebbe dovuto avere
inizio la stagione NHL, con la famosa Opening Night, proprio per sensibilizzare
le autorità competenti e costringerle a chiudere la trattativa.
Tramite Youtube e Facebook è stata inoltre promossa una
manifestazione dal sito canadese WeWantaCup.com. “Bring back our Game” è lo
slogan di una vera e propria mobilitazione di persone che vogliono solo avere
indietro il proprio gioco.
I social network permetto quindi a persone “senza voce
di poter urlare al mondo” e #UnfollowNHL è un urlo che difficilmente rimarrà
inascoltato.
I tifosi e gli appassioni sperano quindi che la situazione si risolva presto, per iniziare a urlare, non più sui social network, ma in tribuna durante la partita.
I tifosi e gli appassioni sperano quindi che la situazione si risolva presto, per iniziare a urlare, non più sui social network, ma in tribuna durante la partita.